Incontro capi scout della zona Bergamo 24-25 febbraio Treviglio

L’incontro dei capi si è articolato in due giornate intense.  Nella prima, sabato, abbiamo dato un senso pratico al cammino di attività di Fede e catechesi, proposto da Agesci e concretizzato nelle attività con i ragazzi; nella seconda abbiamo gettato le basi per il nuovo progetto educativo che guiderà i capi della zona Bergamo per il prossimo triennio.

Si potrebbe riassumere l’esperienza vissuta, utilizzando i 4 verbi sui quali abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati nella prima giornata, alla quale ha fatto da cornice il vangelo di Emmaus (Luca 24,13-53).

VIVERE

Abbiamo vissuto momenti intensi, impegnativi e appaganti. L’incontro con l’altro ha rappresentato il fulcro del nostro condividere spazi, tempo, pensieri ed emozioni; le pause di riflessione si sono intercalate con i momenti della Messa ed hanno di fatto reso la catechesi viva, piena e intima, dilatando il tempo della celebrazione eucaristica dal tardo pomeriggio a sera inoltrata , in un tempo letteralmente volato via. A noi piace pensare questo verbo abbinandolo a quanto vissuto nel secondo giorno, dove suddivisi in gruppi d’interesse sono stati sviluppati 4 temi distinti tra cui l’attenzione associativa verso i ragazzi di altre religioni e, proprio per questo, abbiamo incontrato un capo degli scout mussulmani d’Italia, in cui la comunione di stile, di legge e d’impegno educativo ci ha resi ancora più fratelli. La presenza anche di Padre Giovanni, dei padri Bianchi di Treviglio, e di Asuf, portavoce della comunità islamica della zona di Milano, ci hanno ricondotto ad apprezzare  la comunanza etica tra le due principali religioni.

INCONTRARE

Pensare solo al momento di incontro personale tra i capi è scontato; certamente è piaciuto e desiderato dai partecipanti ed ha sicuramente accontentato tutti. A noi piace pensare che sia stato anche un incontro generazionale tra noi capi, soprattutto con i più giovani di età, che si sono confrontati sul tema dell’attenzione all’identità di genere. Qui le sensibilità dei giovani e dei meno giovani si sono fatte sentire, stimolando una visione futura dai contorni ancora da definire, fermo lasciando dei punti fissi di educazione associativa che devono essere imprescindibili, quali ad esempio l’importanza della diarchia tra i due sessi al comando. Importante è stato anche l’incontrarsi, ossia vivere in pieno una due giorni tra di noi, che ci capita una volta ogni due anni, anche se vorremmo fosse un traguardo annuale, ma ahimè il tempo è tiranno…..

RACCONTARE/RACCONTARSI

Pare essere una diretta e naturale conseguenza dei due verbi precedenti e forse lo è; tuttavia piace pensare che sia anche la personale voglia di esprimersi nelle certezze, ma soprattutto nelle incertezze, e quindi di trovare dei momenti di confronto in cui raccontare e raccontarsi. Qui l’iniziativa personale gioca in primo piano e non permette di nascondersi. Se così fosse, il tempo dedicato diventerebbe solo una perdita dello stesso. Il racconto si è sviluppato anche nel tema della gestione del rischio nelle attività, in cui l’essere uomo del bosco implica una dovuta conoscenza del rischio che la vita all’aperto ci pone, dal semplice accendere e spegnere un fuoco, all’uso di attrezzature più o meno pericolose, fino al non perdersi in un ambiente selvaggio. Qui gli aneddoti e i racconti di avventure vissute ai campi è stato il trait d’union tra l’azione adeguata e l’esperienza vissuta, in un raffronto concreto tra i capi esperti e quelli apprendisti. I capi del settore Emergenza Protezione Civile di Agesci ci hanno accompagnato in questo momento di educazione pratica.

GENERARE

L’ultimo dei 4 temi che abbiamo sviluppato è stato l’attenzione alle nuove fragilità e ci pare azzeccato abbinarla al verbo Generare, in quanto nel nostro agire dobbiamo generare un ambiente educativo sano, socializzante e formativo ed i mezzi del nostro metodo scout ci aiutano parecchio, affinché i destinatari possano avere delle certezze caratteriali che li difendano dalle fragilità emergenti. Abbiamo compreso che non è solamente l’agire in modo impulsivo, il parlare, che ci fanno affrontare determinate situazioni, ma due strumenti fondamentali sono lo sguardo, l’accorgersi di cosa succede intorno a noi, e l’ascolto, con la nostra presenza al fianco dei bambini e dei ragazzi che ci sono affidati.  Non dobbiamo fungere da guide che stanno davanti, ma da accompagnatori, cioè i nostri passi devono essere accanto ai loro, anche in modo silenzioso, facendo capire che anche noi viviamo delle difficoltà, e che questo non vuol dire essere sbagliati, ma essere umani. Inoltre, questo verbo assume ancora più importanza perché quest’anno noi capi vivremo la Route Nazionale, il cui tema sarà proprio Generazioni di Felicità, quindi pensiamo che la missione di ognuno sia poter generare Felicità in ogni ragazza e ragazzo. 

Per noi capi questo incontro è stato anche il motivo di rinnovo di consapevolezza del nostro ruolo ed il fatto di assaporarlo tutti insieme ci genera ancora una volta una dose di entusiasmo, che ci permetterà di continuare a fare del nostro meglio.

Concludiamo ringraziando la Comunità pastorale cittadina che ancora una volta ci ha aperto le porte ospitandoci con generosità nella struttura dell’oratorio S.Agostino; un ringraziamento và anche ai volontari del Gruppo Genitori degli scout, che si sono prodigati in cucina allestendo dei pranzi prelibati e vivendo con dedizione e servizio questo impegno.

L’incontro si è chiuso per ciascuno con l’invito a vivere l’incontro con il prossimo che ci è più vicino come una preziosa opportunità di ascolto e dialogo dal quale si possano generare scelte di condivisione e di pace.

Alce Risoluto & Lontra Servizievole